C’è chi ama investire in materie prime comuni come petrolio, oro o gas naturale, ma che dire degli investimenti in mais? Sicuramente investire in ogni materia prima è diventato per i trader una strategia operativa unica sul mercato, grazie alla possibilità di sfruttare appieno le piattaforme come Plus500 o 24Option.

In questo modo i traders che vogliono investire non sono obbligati a comprare direttamente le materie prime, ma possono sfruttare i CFD (contratti per differenza).

In pratica, si investe in prodotti che hanno come sottostante quella materia prima, come il mais e si negozia ad un prezzo che ricalca il valore economico dei beni stessi e che dipende dall’incontro tra domanda e l’offerta per la materia prima.

Quasi tutte le materie prime possono essere reperite su tutte le piattaforme di investimento presenti online e garantiscono la possibilità di guadagno pur investendo cifre non necessariamente elevate.

Ovviamente, in questa guida analizziamo l’importanza delle caratteristiche del mais, il valore economico, la domanda e l’offerta di questa materia prima e l’andamento delle quotazioni pregresse, le quali ci consentono di capire e fare previsioni in merito al futuro andamento ed alla convenienza dell’investimento.

Prezzo Mais in tempo reale

Investire in Mais: caratteristiche peculiari

Il mais (Zea mays L.) è una alta pianta annuale che fa parte della sottofamiglia Maydeae, della famiglia delle Poaceae (o Gramineae) e della classe delle Monocotiledoni. Il mais è la base alimentare tradizionale delle popolazioni dell’America Latina e di alcune regioni dell’Europa e del Nordamerica.

Nelle regioni temperate è principalmente destinato all’alimentazione degli animali domestici, sotto forma di granella, farine o altri mangimi, oppure come insilato, generalmente raccolto alla maturazione cerosa. È inoltre destinato a trasformazioni industriali per l’estrazione di amido e olio oppure alla fermentazione, allo scopo di produrre per distillazione bevande alcoliche o bioetanolo a scopi energetici.

Investimento Mais: produzione nel mondo ed utilizzi

Il mais è ampiamente coltivato in molte regioni del mondo, e la sua produzione supera per quantità quella di ogni altro cereale. Gli Stati Uniti producono circa il 40% del raccolto mondiale; tra gli altri maggiori produttori vi sono Cina, Brasile, Messico, Indonesia, India, Ucraina, Francia e Argentina.

I 10 maggiori produttori di mais
PaeseProduzione (tonnellate)
 Stati Uniti353.699.441
 Cina217.730.000
 Brasile80.516.571
 Argentina32.119.211
 Ucraina30.949.550
 India23.290.000
 Messico22.663.953
 Indonesia18.511.853
 Francia15.053.100
 Sudafrica12.365.000
Mondo1.016.431.783

Per quanto concerne gli utilizzi del mais: oltre che per sfamare l’uomo, il mais è impiegato come mangime del bestiame e degli allevamenti ovicoli, oltre alla produzione di energia. Il mais viene utilizzato per la produzione di energia in diversi modi. È impiegato per la produzione di etanolo tramite la naturale fermentazione. L’etanolo prodotto, pur commestibile, viene utilizzato per la produzione di biocarburanti.

Il mais può essere utilizzato direttamente e senza alcun trattamento per il riscaldamento domestico in stufe appositamente predisposte. Alcune stufe a pellet utilizzano una miscela con il 30% di pellet di legno e il restante 70% in grani di mais. La combustione del mais per la produzione di calore è particolarmente indicata quando la coltura è affetta da micotossine che ne rendono non più commestibile la produzione. Proprio, per questa ultima proprietà e potenzialità di utilizzo, si prevede che le quotazioni possano essere “rialziste” in un recente futuro, dinanzi all’esaurirsi dei combustibili fossili.

Proprio, per questa ultima proprietà e potenzialità di utilizzo, si prevede che le quotazioni possano essere “rialziste” in un recente futuro, dinanzi all’esaurirsi dei combustibili fossili.

Mais: domanda industriale a scopi energetici

Come già precedentemente anticipato, le quotazioni per il futuro di questa soft commodity sono “rialziste” dato che il mais è una coltura alcoligena, il cui prodotto può essere destinato ad un processo fermentativo destinato alla produzione di etanolo da impiegare per scopi energetici come additivo della benzina. Non a caso, dal punto di vista del processo biochimico, il mais contiene un apprezzabile tenore in zuccheri fermentescibili che consentono di perfezionare due fasi fondamentali: una fase fermentativa, nel corso della quale si attua la fermentazione alcolica, e una fisica, con la quale si estrae l’etanolo attraverso un processo di distillazione.

La domanda industriale, negli ultimi anni, per il mais ha conosciuto un picco senza precedenti che fanno propendere per la tesi futura che il mais sia assimilabile al greggio ed ad altri prodotti energetici.

Da un punto di vista generale il mais si presta per molteplici utilizzi energetici e in modo particolare per la combustione finalizzata alla produzione di energia termica e/o elettrica; per la digestione anerobica, sempre finalizzata alla produzione di energia termica e/o elettrica, e per la produzione di etanolo e suoi derivati, da destinare soprattutto alla trazione. I tre campi applicativi possono considerare solo la granella e/o le rimanti parti della pianta. Lo stocco, per esempio, potrebbe essere avviato a un processo di idrolisi per l’ottenimento di un substrato fermentiscibile idoneo per la produzione di etanolo; il tutolo potrebbe essere considerato un combustibile di un certo interesse per impianti di combustione di media/elevata taglia.

Parlando di applicazioni energetiche, va tenuto presente anche la necessità, per le filiere agro-energetiche che di volta in volta vengono proposte, di perseguire bilanci energetici e ambientali sostenibili. Essendo il mais una coltivazione considerata da molti intensiva (elevati input soprattutto in termini di fertilizzanti e irrigazione) è quindi sempre consigliabile procedere a una verifica di questi aspetti”. Tratto da: “Il mais” – Coltura & Cultura, AA.VV., Script Edizioni.

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