Fin dalle prime settimane del 2022, la sfida che imperversa ormai da diversi anni sul caso Mediobanca Generali (in riferimento al controllo di Generali), ha iniziato a mostrare colpi di scena ed evoluzioni, messe subito sotto i riflettori da giornali e canali televisivi mondiali.
La posta in gioco è alta, poiché il gruppo Generali è uno dei più grandi e noti al mondo, mostrando una delle quote di mercato più interessanti nel nostro territorio. Non stupisce come uomini al vertice di grandi società partecipanti stiano cercando di tirare acqua al proprio mulino.
Cerchiamo di comprendere più da vicino quali idee siano state proposte da Caltagirone, perché gli scontri interni non riescono a portare ad alcuna soluzione, ma soprattutto cosa cambia (o potrebbe cambiare) adesso che Leonardo Del Vecchio non è più presente.
Mediobanca-Generali: gli uomini chiave della partita

Prima di passare alle proposte presentate di recente da Caltagirone e dalla controparte, è bene ricordare come Generali sia la prima compagnia assicurativa italiana, nonché uno dei titoli azionari di Borsa Italiana più seguiti e scambiati degli ultimi anni.
Il gruppo ha diversi azionisti, che a loro volta dispongono di partecipazioni diversificate sulla società. L’azionista maggioritario è propio Mediobanca, che a sua volta mostra partecipazioni sull’azionariato da parte di uomini di grande spessore del settore imprenditoriale italiano.
Uno di questi era Del Vecchio (deceduto di recente all’età di 87 anni). Tramite la holding Delfin, la posizione di controllo della famiglia Del Vecchio è pari al circa 19,4% su Mediobanca e del 9% circa su Generali Assicurazioni.
Negli ultimi anni, Del Vecchio ha avviato una lunga trattativa con la gestione di Mediobanca, che avrebbe potuto trovare possibili risoluzioni con il prossimo cambio del consiglio di amministrazione, segnato per il 2023 (a cui tuttavia Del Vecchio non sarà più presente).
Nel mese di dicembre, il CEO di Generali (MIL:G), Philippe Donnet (che ha sempre beneficiato del supporto di Mediobanca), ha presentato il suo piano di ripresa 2022-2024. Subito dopo, anche Caltagirone (azionista di Generali) ha palesato il suo programma.
Tornando per un attimo su Generali, è opportuno ricordare come in una delle ultime assemblee, Delfin abbia supportato a pieno la lista di Francesco Gaetano Caltagirone, uscita inizialmente sconfitta e non appoggiata da una percentuale maggioritaria.
Mediobanca-Generali: i piani di Donnet e di Caltagirone
Al di là della sconfitta preliminare di Caltagirone, è bene ricordare brevemente i due piani presentati dagli imprenditori. Prima di esporre i dati salienti, almeno su carta, molti esperti avevano già considerato più fattibili le proposte di Donnet (in quanto effettivamente più realistiche).
Il piano di Donnet presentato prevedeva:
- stime sull’utile netto in crescita del circa 6-8%;
- investimenti nelle nuove tecnologie per 1,1 miliardi di euro;
- flussi di cassa a 8,5 miliardi di euro;
- dividendi compresi fra i 5,2 ed i 5,6 miliardi di euro;
- fondi stanziati per le acquisizioni pari a 3 miliardi di euro.
Il piano di Caltagirone presentato prevedeva:
- stime sull’utile netto pari a 4,2 miliardi di dollari;
- investimenti nelle nuove tecnologie per 1,5/1,6 miliardi di euro;
- flussi di cassa a 9,5/10,5 miliardi di euro;
- dividendi compresi fra i 5,2 ed i 5,6 miliardi di euro;
- fondi stanziati per le acquisizioni pari a 7 miliardi di euro (tuttavia con 2,5 miliardi in posizione di debito).
La vittoria di Donnet su Caltagirone e Del Vecchio

A decidere le sorti dei due piani, capeggiati da una parte da Donnet e dall’altra da Caltagirone, è stata la votazione di migliaia di azionisti nel mese di aprile 2022, ufficializzata nella giornata del 29. Una votazione portata a termine da centinaia di soci, con il 70,73% del capitale di Generali.
Con una maggioranza sul filo del rasoio, pari al 55,992%, ad averla spuntata era stata la lista di Caltagirone, che ha così potuto riconfermarsi amministratore delegato del gruppo per il suo terzo mandato consecutio. Avrà quindi la possibilità di attuare il piano presentato ad inizio anno.
La percentuale di approvazione, non schiacciante nei confronti di Caltagirone, ha ugualmente messo in discussione la partita, creando non pochi dibattiti in merito. Sebbene il piano di Donnet fosse più fattibile, quello di Caltagirone (più ambizioso) ha ugualmente trovato un forte appoggio.
Percentuali sin da subito sottolineate dallo sconfitto Caltagirone, il quale aveva dichiarato: “Fin quando lo riterrò ragionevole, continuerò a operare perché il cambiamento avvenga”, riferendosi ovviamente alla sua idea di stravolgere positivamente Generali.
Mediobanca-Generali: il piano B dopo la vittoria di Donnet

Il piano di Del Vecchio e Caltagirone sul tentativo di far diventare Generali il principale polo italiano della finanza, ha invece visto la vittoria maggioritaria di Donnet (che fra i tanti aspetti ha beneficiato di un trascorso nel gruppo abbastanza lineare).
Ciò che molti esperti hanno definito “il piano B” dopo la mancata approvazione della lista di Caltagirone, ha riguardato il tentativo (iniziato ormai da tempo) di voler ottenere sempre più controllo su Mediobanca, prendendo così direttamente anche il controllo di Generali.
Questioni che portano tuttavia a sottolineare diversi intrighi ed aspetti prettamente burocratici. In primo luogo, Del Vecchio è stato ultimamente autorizzato dalla BCE a detenere massimo il 20% del gruppo (ritrovandosi nel mese di maggio già quasi al limite).
Aveva in ogni caso chiesto più volte di poter ottenere autorizzazioni per salire di quota, che gli avrebbero così permesso di ottenere più controllo e quindi maggior potere decisionale su un gruppo fortemente influente su Generali.
Quanto a Caltagirone, dopo neanche un mese dalla votazione, aveva posto le dimissioni dal consiglio di amministrazione di Generali. Secondo gli esperti, avrebbe intenzione di puntare proprio su Mediobanca, ricordando in ogni caso il suo possesso del 9,95% circa su Generali.
Mediobanca-Generali: cosa succederà dopo la morte di Del Vecchio?

Ad aver spezzato i programmi ed i piani ambiziosi dei due imprenditori, è stata (in data 27 giugno 2022) proprio la morte di Leonardo Del Vecchio. Un evento che ha sicuramente scosso il mercato, nonché la questione su Generali, causando anche ribassi sui titoli legati alle sue società.
La partita che l’imprenditore stava giocando con Caltagirone su Mediobanca e Generali è ancora una volta messa a dura prova. Il costruttore-editore romano avrà l’arduo compito di sbrogliare il piano strategico in autonomia e con chi prenderà le redini di Del Vecchio.
Gli aspetti più importanti riguarderanno proprio il lascito testamentario, che porterà l’impero dell’imprenditore italiano ad essere diviso in quote ai suoi figli ed all’ultima moglie, Nicoletta Zampillo.
Aperto e pubblicato il testamento, sarà poi possibile chiedersi:
- i nuovi successori avranno interesse a mantenere le partecipazioni di maggioranza delle diverse società associate a Delfin?
- gli eredi dell’impero di Del Vecchio appoggeranno il piano e tutte le idee ambiziose che l’imprenditore aveva siglato con Caltagirone?
Nel caso in cui gli eredi volessero puntare sulle idee (più che veri accordi) con Caltagirone, gli esperti si interrogano sulle reali capacità di portare a termine un progetto considerato difficile anche per Del Vecchio, ma soprattutto sull’accordo o meno dei soci.
Ricordiamo infatti come qualsiasi decisione richieda l’approvazione da parte dell’88% dei soci di Delfin, che se fino ad oggi hanno dato manforte a Del Vecchio, non è dato sapere se, con i futuri successori, l’appoggio societario sarà ugualmente garantito.
Mediobanca – Generali – FAQ
Nel nostro articolo sul Mediobanca-Generali abbiamo ricordato la vittoria del piano di Donnet e la sconfitta di Caltagirone e Del Vecchio con la votazione del 29 aprile 2022.
Dopo la recente sconfitta, Del Vecchio e Caltagirone hanno deciso di puntare su una scalata di Mediobanca, acquisendo eventualmente più controllo anche su Generali. Maggiori info nel nostro approfondimento su Mediobanca-Generali.
Nel nostro articolo su Mediobanca-Generali abbiamo ricordato la forte influenza di Del Vecchio sugli ultimi piani con Caltagirone. Le sorti sono ora tutte nelle mani dei successori testamentari.